“La naturale percezione della diversità” – storie di Giovani Speranze
Si apre la Rubrica #GiovaniSperanze dedicata a ragazzi che hanno scelto di intraprendere un percorso professionale in ambito non-profit per innovare con idee e competenze e crescere come persone.
Quando ho finito le scuole superiori non ero certo di niente. Ho scelto Lettere perché mi piaceva scrivere. Ma sono bastati pochi mesi per capire che non era la mia strada. Ero stanco. Senza energie. Non trovavo soddisfazione in niente e non avevo stimoli per continuare.
A 20 anni mi sono rassegnato all’idea che avrei vissuto una vita facendo un lavoro perché lo dovevo fare. Mi sarei dovuto accontentare, accontentare di me perché io non riuscivo a trovare il mio posto. Credere che tutto sia finito prima ancora di iniziare è penoso. Per fortuna però è successo…e le cose sono cambiate.
Mi hanno detto “Prova, cos’hai da perdere?” e non avevo nulla da perdere. Così ho iniziato a fare il volontario alla Vale un sogno, una cooperativa di San Giovanni Lupatoto che lavora con la disabilità intellettiva e con la Sindrome di Down per permettere a tutti i giovani di costruirsi un futuro. All’inizio facevo cose piccole, anche marginali, eppure mi veniva voglia di tornare. Ho messo il naso qua e là, in meno di un anno mi hanno offerto un posto. In produzione.
Hai presente la sensazione di essere nel posto giusto? Io la provo stando qui. Mi occupo della produzione e gestisco progetti. Si, sono una figura ibrida ma mi piace esserlo. Mi piace riconoscere la fluidità dei ruoli, mettermi a disposizione, migliorare e migliorarmi.
Lavoro per qualcosa di realmente importante. Lavoro per trovare metodi, prodotti e soluzioni che mettano a sistema il valore umano e professionale delle persone con disabilità. Perché creano cose belle e interessanti. Perché anche con le loro fragilità attivano produzioni e risultati che hanno un effetto sul mondo.
Il mio di mondo, per dire, è rinato. Con la loro spontaneità mi hanno insegnato a scalare di marcia, a fare ragionamenti più semplici ma non per questo meno importanti. A riscoprire le piccole cose e a cogliere il senso autentico delle cose. Loro sono il mio carburante, la motivazione che fa scendere dal letto e superare gli ostacoli anche nei periodi più complessi.
Lavorare in cooperativa rinnova le energie. Chiede tanto ma dà tanto. Facciamo cose che sembrano irrealizzabili e a ben guardarle forse un po’ lo sono. Pochi decenni fa le persone disabili nemmeno le vedevi in giro. Adesso sono protagonisti della loro vita.
Ma io non mi fermo qui. Non mi fermo fino a quando agli occhi della gente la disabilità diverrà parte della normalità, senza quei “ma” senza quei “se” che infrangono il valore della capacità di chi lavora insieme a me. Perché sono persone come me. Sono lavoratori come me.
Michele Spiniella
29 anni – cooperativa sociale Vale Un Sogno VR